LA STORIA

Un gioiello architettonico: Palazzo Marletta è l’emblema dello stile architettonico del Barocco che ha lasciato una forte impronta storica nell’evoluzione della città di Catania, dal post terremoto del 1693 sino ai giorni nostri. Il palazzo rappresenta Catania in tutta la sua tradizione barocca, sia per la sua esteriorità che per la bellezza che esso racchiude all’interno delle sue mura. È un gioiello architettonico inserito all’interno del panorama storico di Catania.


Scopri la sua storia.

Una veduta di Piazza Duomo di Leon du Fourny, operante a Catania alla fine del Settecento, mostra il prospetto originario così come descritto nell’incarico per gli intagli dato ad Alonzo di Benedetto del 1694. Infatti negli atti di archivio, Mastro Alonzo di Benedetto, “lapidor incisor” di Catania, tra le note di spesa, dichiara di aver ricevuto da Vincenzo Marletta il 6 agosto 1696 la somma di onze 52.710 per tutti i lavori agli archi delle botteghe di pietra bianca e maestra. Il palazzo riveste interesse storico, artistico, culturale e monumentale particolarmente importante, in quanto esempio di architettura settecentesca, opera dell’architetto Francesco Battaglia. L’edificio è conforme alle norme stabilite alla fine del Seicento circa l’altezza degli edifici dopo il terremoto del 1693.

DESCRIZIONE ARCHITETTONICA

Il prospetto angolare fra via Merletta e via Vittorio Emanuele, rappresenta il punto focale dell’immobile, evidenziato dal bugnato in pietra bianca, in contrasto con il basamento in pietra lavica, rafforzato dal balcone con ringhiera in ferro a petto d’oca, sostenuto di mensole anch’esse in pietra bianca variamente modanate. Il portale di ingresso su via Merletta n°7 presenta un’apertura ad arco contornato dagli stipiti in pietra bianca, fiancheggiati lateralmente dal bugnato liscio, e cinque mensole modanate decorate frontalmente a bassorilievo da figure allegoriche che sostengono il balcone con ringhiera in ferro a petto d’oca. L’apertura sovrastante presenta gli stipiti in pietra bianca, sormontata da decori in bassorilievo. L’architetto Lo Jacono, già Soprintendente, intravedeva nella facciata successivi interventi di Francesco Battaglia. Alcuni interni, tra cui il salone principale presentano stucchi e decorazioni della fine del secolo XVIII e inizio del secolo XIX. Altri ambienti, specie al piano terra, adibiti ad uso commerciale, risultano soppalcati prima degli anni Cinquanta. L’edificio presenta una parziale sopraelevazione novecentesca e interventi interni di manutenzione e cambio di destinazione d’uso che non hanno alterato la distribuzione originaria. Il piano nobile che si raggiunge dallo scalone principale è composto da vari vani con soffitti voltati affrescati. All’interno del piano nobile sono presenti due scalette di comunicazione, che portano ai vani ammezzati destinati alla servitù, e rendono indipendenti le due ali del palazzo, testimoniando il probabile uso del piano nobile di due famiglie sin dalla sua origine. I vani del piano nobiliare sono di 25 mq circa, sormontati da volte a padiglione in canne e gesso con varie decorazioni, con balconi esposti su piazza Duomo. I pavimenti in maiolica tradizionali sono costituiti da mattonelle in cotto decorate a mano secondo motivi geometrici e floreali.